Il Test dei Colori è stato ideato dallo psicoterapeuta svizzero Max Lüscher (1923 – 2017). Presentato dallo stesso autore nel 1947 a Losanna al primo Congresso Internazionale di Psicologia, apparse fin da subito come uno strumento diagnostico rivoluzionario nell’ambito dello studio della psiche umana. La definitiva consacrazione del test avvenne nel 1949 con la pubblicazione del volume “La Diagnostic du Charactèr”, per merito del quale al professor Lüscher fu concesso l’anno seguente il prestigioso onore di esporre la propria teoria psicodiagnostica dapprima al Dipartimento di Psicologia dell’Università della Sorbona di Parigi e poi, sempre nella capitale francese, presso il Ministero del Lavoro. Da quel momento il test cromatico di Max Lüscher ha iniziato a diffondersi su scala mondiale, anche grazie alle proprie caratteristiche intrinseche, ossia rapidità e semplicità di somministrazione, ricchezza e completezza dei dati forniti, validità universale e attendibilità. Tali variabili pionieristiche per un test di personalità hanno permesso al Test dei Colori non solo di distinguersi dagli altri strumenti di indagine fino ad allora conosciuti, ma anche di poter trovare svariati settori pratici di applicazione, basti pensare all’ambito clinico, pedagogico, etnologico, di selezione del personale ed orientamento lavorativo.

D’altra parte è tuttavia indubbio come i settori di utilizzazione che maggiormente si adattano alla straordinaria capacità di indagine dello strumento siano l’ambito medico e psicoterapeutico. In medicina, soprattutto nel settore della psicosomatica, il Test di Lüscher è in grado di segnalare le zone di tensione fisiologica permettendo formulazioni diagnostiche più precise e attività di intervento più efficaci.

In ambito psicoterapeutico il test cromatico permette al clinico che lo utilizza non solo di fornire un inquadramento più limpido e cristallino delle dinamiche interne al paziente, ma anche di impostare il tipo di intervento psicoterapeutico più idoneo alle esigenze di quest’ultimo. Essendo il Test in grado di segnalare la sorgente dei conflitti interni alla persona, le sue aspettative e bisogni più o meno inconsci, si pone come uno strumento fondamentale per il lavoro terapeutico, rendendolo di fatto una delle tecniche più preziose della psicoterapia dinamica a breve termine.

Il professor Lüscher, nel corso della propria florida carriera, ha costantemente respinto al mittente la definizione di proiettivo in relazione allo strumento da lui creato, rivendicando per il Test dei Colori la massima obiettività ed affidabilità. Secondo la concezione di Lüscher, il colore, in quanto stimolo fisiologico obiettivamente percepito, non può essere oggetto di proiezioni, al contrario di altri strumenti utilizzati in psicodiagnostica, e per lo stesso motivo il Test si dimostra valido per tutte le culture del mondo (Lüscher, 2014).

Tali conclusioni sono frutto di un raffinato lavoro di indagine che il professore svizzero ha condotto nel corso degli anni, avvicinandosi fin da giovanissimo allo studio della psicologia dei colori. Fra i meriti ascrivibili a Max Lüscher sicuramente vi è anche quello di aver svolto un’opera meticolosa di catalogazione di svariate migliaia di colori suddividendoli per tonalità, luminosità e saturazione. Tutt’oggi il mondo della grafica, del design e del marketing continua a servirsi di numerose e felici intuizioni figlie del lavoro e degli studi prodotti dal professor Lüscher. Per dare un’idea di quanto rivoluzionario e avanguardista possa essere stato il contributo che il ricercatore svizzero ha dato a tali discipline, è sufficiente considerare come il suo lavoro di ricerca e identificazione dei colori sia circa due decenni precedente alla fondazione della Pantone, multinazionale leader nella catalogazione cromatica, avvenuta negli Stati Uniti nel 1962.

Risulta quindi innegabile il fatto che il lavoro di Max Lüscher abbia dato un contributo fondamentale non solo alla psicoterapia, ma alla stessa colorimetria, ossia la scienza che studia e approfondisce la natura e le caratteristiche del colore.

Alla conclusione dei suoi lavori di ricerca e catalogazione dei colori il professor Lüscher poté formulare alcuni postulati che ancora oggi risultano pietre miliari all’interno della psicologia del colore. In primo luogo egli definì il colore come uno stimolo oggettivo, ciascuno dotato di una propria specifica frequenza d’onda, il quale possiede un significato fisiologico e psicologico universale, indipendentemente dalla cultura di appartenenza, dal proprio sesso o età. Come corollario egli suggerì che ogni singolo individuo si relaziona al colore in modo soggettivo. Secondo Lüscher, la preferenza di un colore rispetto ad un altro viene dettata dallo stato psicofisiologico individuale. Quindi questa teoria trova la sua dimostrazione pratica nel test dei colori, dove di fronte a stimoli cromatici oggettivi, ogni persona reagisce in modo unico e soggettivo.

Lüscher individua quindi quelli che sono i quattro colori fondamentali, che stanno alla base non solo del suo test cromatico, ma anche della sua teoria sul funzionamento della psiche umana. Tali colori sono il blu scuro (1), il verde (2), il rosso-arancione (3) e il giallo (4). A questi colori se ne aggiungono poi altri quattro definiti come “complementari” i quali non solo mostrano, all’interno del test, caratteristiche importanti della personalità, ma sono in grado di mettere in luce anche gli aspetti più problematici o psicopatologici del funzionamento dell’individuo. I colori complementari secondo Lüscher sono il viola-magenta (5), il marrone (6), il nero (7) ed il grigio (0).

È importante sottolineare come attraverso i colori il professor Lüscher non abbia solamente creato un test volto a fotografare il funzionamento della personalità, ma abbia soprattutto sviluppato una teoria della mente che viene definita dallo stesso come psicologia regolativa.

Con il termine regolativa Lüscher intendeva definire la mente umana come un sistema dinamico alla costante ricerca dell’equilibrio. L’immagine che era solito utilizzare era la metafora della bilancia, e come essa la mente umana ricerca sempre un proprio equilibrio interiore. La psiche, secondo Lüscher, è quindi un sistema regolativo che tende spontaneamente sempre al raggiungimento dell’armonia, intesa come una pacifica concordanza melodiosa con sé stessi, con le altre persone e con la realtà che ci circonda (Luscher, 2014). Quindi di fronte ad una frustrazione la psiche umana ricerca sempre qualcosa da mettere sul piatto opposto della bilancia in funzione compensativa, ad esempio la mente soppesa costantemente un senso di inadeguatezza con un desiderio più o meno inconscio di grandezza o rispetto.

 


FONTI

Lüscher M., (a cura di) Del Longo N. (2014), Saggi sulla diagnostica Lüscher ed altri contributi (1972-2014), Cooperativa Libraia Editrice Università di Padova, Padova

Masi M. (2021), Il test dei colori di Lüscher in pazienti con doppia diagnosi, tesi del quadriennio di specializzazione in psicoterapia, CISSPAT, Padova a.a. 2020-2021

Marco Masi

Marco Masi

Sono Marco Masi. Mi sono laureato in Psicologia Clinica all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna presso la Facoltà di Psicologia della sede di Cesena (FC). Come PSICOLOGO CLINICO e PSICOTERAPEUTA mi rivolgo alla prevenzione delle situazioni di disagio e alla promozione del benessere psicologico e sociale, in particolare all’identificazione e al trattamento delle problematiche affettive, relazionali e comportamentali che si presentano in situazioni di disagio emotivo.

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